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sabato 26 gennaio 2008

Lo Schiaccianoci


Voto: 5
Prezzo medio: 15 €
Via L.V. Bertarelli 97-103, Roma (zona Tiburtina)
Giorno di chiusura: lunedi
Tel: 064393563
Web: www.loschiaccianoci.it


Abbiamo visitato questa pizzeria-griglieria del quartiere Tiburtino mossi dall’intenzione di testare l’offerta gastronomica delle periferie, che spesso e volentieri in passato ci ha riservato inaspettate “chicche”: purtroppo non è stato questo il caso, la delusione è stata infatti grande e su quasi tutti i fronti.
L’interno del locale non è male (forse è l’unica cosa che merita voto positivo), l’arredamento si potrebbe definire un “rustico moderno”, accogliente e colorato grazie alle pareti in spugnato arancione, peccato per le dozzinali sedie da bar che forniscono una nota fortemente stonata ad un ambiente altrimenti grazioso. Separata da una vetrata e posta su un piano ribassato rispetto alla sala principale c’è una zona fumatori (definirla sala mi sembra eccessivo…), in cui trovano posto 4-5 tavolini: l’area è spoglia, non ben riscaldata, e la sensazione di disagio derivante dal sentirsi “in vetrina” è palpabile.
Sulle note di un’ inappropriata musica dance in sottofondo abbiamo cominciato la cena, con una bruschetta che nelle nostre intenzioni doveva essere aglio e olio, ma che forse così non era in quelle di chi l’ha preparata: il primo era appena percepibile e il secondo misurato col contagocce; il fiore di zucca aveva un sapore passabile ma mancavano le alici ed era decisamente troppo unto.
Anche con la pizza il livello si è confermato scarso: la 4 stagioni provata è risultata pesante e dalla pasta farinosa e poco cotta, mentre gli ingredienti non ci sono sembrati brillare particolarmente di luce propria.
Come succede quando si inciampa lungo una discesa, si finisce inevitabilmente per rotolare sempre più in basso: così l’insalata è arrivata diversa da quella ordinata, con i wurstels al posto del tonno, la birra alla spina aveva un odore che definire sgradevole è un eufemismo, la torta alle mele che abbiamo aspettato un quarto d’ora era sì calda, ma con una materia prima non particolarmente esaltante.
Per finire il servizio, che già di per sè non rivelava il massimo dell’entusiasmo, si è dimostrato fastidiosamente lento, nonostante per di più il locale fosse vuoto per metà. Unica nota positiva in tanta mediocrità è stato l’olio per il condimento dell’insalata, Sabinese DOP: peccato però non sia arrivato al tavolo al momento delle sterili bruschette sopra menzionate….
Un caffè totalmente acquoso e una grappa alle pere che ci ha lasciato un fastidioso retrogusto hanno (finalmente) concluso la nostra cena: credo che quest’ esperienza parli già abbastanza chiaro, pertanto lascio a voi trarre le inevitabili conclusioni…


C.P. (12/1/2008)

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