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sabato 22 dicembre 2007

Ristorante Pizzeria La Caraffa


Voto: 7
Prezzo medio: 28 €
Via Giovanni Villani 44, Roma (zona Appio Latino)
Giorno di chiusura: sempre aperto
Tel: 06786513

Purtroppo ormai non è infrequente imbattersi in locali “modaioli” dove l’immagine va spesso a discapito della sostanza, o al contrario in altri che dietro la facciata rustico-casereccia menano in realtà il cliente per il naso, propinandogli, sotto il fasullo emblema della tradizione, piatti spesso inadeguati e di scarsa entità a prezzi folli.
In questa trattoria troverete invece la sostanza citata poc’anzi: porzioni faraoniche che non vanno affatto a detrimento della qualità, servizio simpatico e cortese, prezzi onesti e ambiente essenziale ma funzionale (c’è anche una veranda all’aperto per la bella stagione, sconsigliata d’inverno quando viene “rattoppata” e corredata di funghi caloriferi che non riescono però a contrastare pienamente gli “spifferi”).
Leggiamo sul bigliettino che la specialità della casa è il pesce, pertanto su tale pietanza orientamo le nostre scelte. Diversi gli antipasti in menù, noi consigliamo quello a buffet, con a disposizione diverse verdure grigliate e gratinate e parecchi pescetti sfiziosi. Iniziamo quindi col walzer dei primi: quando vediamo le pirofile in cui sono contenuti (per stomaci fragili si consigliano le mezze porzioni!) ci rendiamo immediatamente conto che il nostro apparato digerente sarà messo a dura prova! Come di consueto raccogliamo ovviamente la sfida: per primi arrivano degli ottimi spaghetti alle vongole, gustosi e piccantini, quindi farfalle (quasi crude) con una curiosa “matriciana di mare” dal sugo ben amalgamato, e per finire gnocchetti di patate (di ottima fattura) con una delicata crema di scampi.
A cotanta copiosità segue tosto un profluvio (davvero difficile terminare la porzione) di calamari e gamberi fritti e un discreto pesce spada, di trancio un po’ esile e leggermente sciapino. Patatine fritte per nulla oleose e cicioria saltata in padella eseguita a regola d’arte: saporita, piccante e scrocchiarella.
Da bere in menù sono presenti una decina di bottiglie, noi abbiamo scelto il bianco della casa, (imbottigliato, non la solita caraffa, bravi!) uno Chardonnay Igt Corte Barocca (cantina Marco Paci) proposto ad un prezzo onestissimo, con un ricarico davvero irrisorio.
Terminiamo il pasto, come accade di rado, con un buon caffè cremoso eseguito con macchina da bar.
In definitiva una buona trattoria dove mangiare del buon pesce in quantità a prezzi più che onesti: per smaltire il luculliano pasto si consiglia una “digestiva” passeggiata nel limitrofo parco della Caffarella.


C.P. (22/12/2007)

mercoledì 19 dicembre 2007

Trattoria Pizzeria (Dar Quajaro)

Voto: 5
Prezzo medio: 16 €
L.go Mola di Bari 19, Roma (zona Quarticciolo)
Giorno di chiusura: giovedì
Tel: inutile, tanto non accettano prenotazioni!

Memori della precedente visita siamo tornati volentieri in questa pizzeria trattoria molto “rustica” sita nel quartiere popolare del Quarticciolo, ancora ignari di andare incontro ad una cocente delusione.. D’altra parte una spia rivelatrice ce l’abbiamo avuta fin dall’inizio, fin da quando cioè, appena arrivati, constatato che il locale era pieno (di martedi sera: buon segno direte voi, ma aspettate..) ci siamo sentiti dire dal (signorile) proprietario, testuali parole: “nun lo so quanto c’è da aspettà, se volete aspettà bene, sennò io nun so che favve”. Al che, immantinente persuasi da ciò a “girare i tacchi”, il fato beffardo ha voluto che proprio in quell’istante si liberasse un tavolo giustappunto per 4 commensali, quali eravamo noi: eccoci quindi a raccontarvi di quest’esperienza tutt’altro che esaltante.
L’ambiente e l’atmosfera sono molto “caserecci”, il che, per noi navigati frequentatori di bettole romane, è tutt’altro che disprezzabile: ma quando l’informalità sfocia nella maleducazione o in un servizio grossolano e disattento non riusciamo a tollerarlo (né tantomeno a capirlo..).
Cominciamo con un antipasto all’italiana, l’unico disponibile, così composto: una fetta di salame e una di prosciutto crudo, di freschezza non eccezionale, un quadratino di formaggio non meglio identificato, e 4 olive nere secche e insapori. D’accordo l’inizio non è dei più esaltanti ma restiamo fiduciosi.. Per primo ordiniamo spaghetti cacio e pepe, carbonara e rigatoni alla matriciana, ma questi ultimi purtroppo non ci arriveranno mai, dato che per un disguido, avvenuto vogliamo sperare in buona fede ma di cui nessuno ha avuto il buon gusto di informarci, arrivano al nostro tavolo due rigatoni con ragù di spezzatino, con poco condimento perlopiù slegato nei sapori. La carbonara e la cacio e pepe, seppur di discreto sapore, risultano però fastidiosamente secche, senza contare poi che nella carbonara la presenza dell’uovo è talmente esigua da far pensare che pure quella sia stata sostituita con una gricia!
A questo punto il morale non è certo alle stelle ma stoicamente proseguiamo per la strada intrapresa, incamminandoci, ormai assai timorosi, verso i secondi: braciola di maiale e quella che da sempre è la specialità del locale, ovvero quaglie alla brace. Dobbiamo rilevare che il livello è stato leggermente migliore di quello dei primi (certo ci voleva poco...) ma nemmeno qui sono riusciti ad entusiasmarci. Le braciole sono risultate in fondo ben cotte e dal gusto discreto, le quaglie (accompagnate da due bruschettoni con l’olio di cottura delle stesse) innegabilmente saporite, ma la quantità industriale d’olio utilizzata può dare più di qualche fastidio ad uno stomaco delicato..
Da bere si può scegliere tra il bianco della casa e un rosso in bottiglia, un Castelli Romani “La Selva”, che ci è arrivato al tavolo già stappato (ma in fondo cosa pretendiamo…). Alla fine del pasto una discreta tortà Malù panna e cioccolato e un onesta crostata di pere. Il caffè non è previsto e forse sarebbe stato meglio che cosi fosse anche per la grappa: imbevibile, ignota (e tale è rimasta anche dopo aver chiesto delucidazioni alla cameriera) e presentata in bicchierini di plastica..
Che dire, il locale ha un nutrito successo tra gli abitanti del quartiere e delle zone limitrofe: anche se, sulla base di questa esperienza, non ci spieghiamo completamente il perché, vogliamo (ingenuamente) pensare di aver sventuratamente inanellato una serie di “coincidenze” infauste..
Laddove pertanto siate “de bocca bona”, una visita tutto sommato potete anche farcela, se non altro per “ammirare” le caratteristiche attrative del luogo..
C.P. (19/12/2007)

domenica 16 dicembre 2007

Da una Cantina...


Voto: 8-
Prezzo medio: 28 €
Via Ottaviani 18, Frascati (Rm)
Giorno di chiusura: aperto solo la sera e domenica a pranzo, chiuso il lunedì
Tel: 069417379
Web: www.daunacantina.it

Eccoci di nuovo passeggiare per gli ameni e a noi tanto cari vicoletti di Frascati, in una gelida serata, alla ricerca di questa valida Trattoria che siamo riusciti a rintracciare (poco prima di finire in ipotermia!) solo grazie alle preziose indicazioni forniteci (in diretta telefonica) dalla premurosa proprietaria. A questo proposito indichiamo la strada migliore per raggiungere il locale, che è la seguente: da Piazza S.Pietro si prende la stradina in salita, a sinistra guardando la facciata della chiesa, si svolta alla quarta a sinistra e poi ancora alla prima a destra.
L’accoglienza nel locale ha confermato la premura che gli appassionati proprietari riservano al cliente, con i due giovani e cortesi camerieri che ci hanno accompagnato al tavolo (i coperti sono pochi quindi la prenotazione è fortemente consigliata) offrendosi di sistemarci i cappotti sull’appendiabiti all’ingresso, a fianco del quale ci sono, consultabili, le numerose guide gastronomiche che hanno recensito il locale: la nostra non è presente, ma chi può dire un giorno...
La sala è di piccole dimensioni, confortevole e calda: alle pareti giallo paglierino trovano posto numerose bottiglie di vino nonché quadri raffiguranti famose corse di rally. Lo stile, ad un tempo rilassato e attento ai particolari rende indubbiamente piacevole la serata: nel caso poi di una cenetta romantica gli affabili camerieri provvederanno ad accendere una candela sul tavolo..
Abbiamo cominciato la cena con un antipasto composto da 5 assaggini: ordinari fagioli con pomodoretto, crespelle fritte, ahimè fredde, con un ottimo prosciutto di parma, pane (che avremmo preferito bruscato) con patè di fegato spalmato prematuramente e due esigue fettine di un buon provolone con miele (esiguo anch’esso). Senza dubbio l’antipasto è migliorabile, sia in termini di quantità che di presentazione. A seguire tonnarelli freschi (un filino troppo al dente) cacio e pepe con foglie di pecorino, davvero saporiti e giustamente equilibrati nel condimento, e ottimi ravioli di castagne con abbondante ragù di salciccia, leggermente piccanti. Per secondo tasca di vitello alle erbe con cipolla e uvetta, gustosa e abbondante, patate al forno scrocchiarelle fuori ma morbide dentro e verdura del giorno, delle sfiziosissime puntarelle ormai quasi introvabili.
Dalla completa e convincente Carta dei vini, dai ricarichi mediamente onesti, abbiamo scelto un Racemo rosso Igt del 2004 prodotto da “l’Olivella”, dal colore rosso amaranto, tannico, persistente e dal forte impatto fruttato di visciole. Positiva menzione merita l’ottima acqua minerale Filette, conosciuta fin dai tempi dell’antica Roma (I sec d.C.). In conclusione del pasto ci è stata portata la carta dei dessert e quella delle grappe, entrambe fornite ed invitanti: complimenti. Abbiamo quindi gustato un “morbidone” ricotta e mascarpone con composta di mirtilli, delicato e leggero (a dispetto degli ingredienti suddetti) e una paradisiaca schiacciatina di cioccolato amaro al 72% con salsa d’arancia e Grand Marnier: bellissima la presentazione di entrambi, particolarmente creativa la seconda. Ottima la grappa di Brunello di Montalcino “tenuta Friggiali”, nota dolente invece per il caffè (data la presenza delle altre carte ne avremmo apprezzata una anche per le miscele pregiate), dalla crema discreta ma visibilmente acquoso.
In conclusione un ottimo indirizzo contraddistinto da un’ appagante attenzione per il cliente e da una cucina capace di coniugare con successo tradizione e creatività a prezzi onesti: assolutamente consigliato!

C.P (15/12/2007)

sabato 8 dicembre 2007

Ristorante Pizzeria La Laurea


Voto: 5 ½
Prezzo medio: 11 €
Via Mingazzini 24, Roma (zona Regina Margherita)
Giorno di chiusura: aperto pranzo e cena, chiuso la domenica
Tel: 06491311


Oggi vi parliamo di una piccola trattoria situata nei pressi della città universitaria, precisamente in una traversa di Viale Ippocrate. Considerata la posizione “strategica” la clientela abituale, soprattutto a pranzo, è composta da studenti e professori che disdegnano il solito panino veloce al bancone del bar prediligendo invece un piccolo pasto a prezzi modici comodamente (si fa per dire, dato che i posti sono molto ravvicinati) seduti ad un tavolino.
La trattoria in questione, data la vocazione suddetta, ha ambizioni tutt’altro che pretenziose, e si concentra sull’essenziale: tovaglie di carta, servizio veloce, “spicciolo” e molto informale, prezzi da mensa aziendale.
All’interno, in uno spazio piuttosto esiguo, trovano posto una quarantina di coperti e un bancone per la pizza al taglio (è possibile ordinare anche pizze tonde con una spesa che varia dai 3 ai 5 euro). Le porzioni ovviamente non sono laute come ci aspetteremmo in un normale ristorante, ma considerandone il prezzo, risultano oneste. Sono possibili due menù a 7 e 9 euro comprensivi entrambi (cambia la scelta sulle portate) di primo, secondo e contorno, che consentono un risparmio di un paio d’euro rispetto all’ ordinazione dei singoli piatti alla carta (ovviamente ridotta all’osso).

Noi abbiamo provato una modesta porzione di penne all’arrabbiata, condite semplicemente con passata di pomodoro peperoncino e prezzemolo, che però faceva la sua parte, e dei pomodori col riso un po’ aciduli, che il giorno della loro preparazione, molto probabilmente quello antecedente alla nostra visita, avrebbero conseguito un risultato indubbiamente migliore.
Nota positiva: le pizze e i pochi piatti di carne in menù vengono cucinati alla brace, cosa che gli conferisce, come d’altra parte sempre avviene, un sapore assolutamente apprezzabile. Molto buoni gli hamburger di produzione propria (a 2.20 € l’uno...), discreto lo scottadito di tacchino (3 €), che tradiva però una non eccezionale freschezza.
A 2.50 € è possibile scegliere la verdura cotta, a 1.60 € le patatine fritte...

Vino ovviamente solo della casa, sinceramente dimenticabile ma considerato il costo (mezzo litro 2.20 €)...
Per un pasto veloce nella pausa pranzo un’economica alternativa da tenere in considerazione, tanto più che in questa fascia oraria si accettano i principali buoni pasto; per una cena conviene decisamente puntare verso altri lidi...


C.P. (7/12/2007)

domenica 2 dicembre 2007

Pizzeria L'antico Bivio


Voto: 7 ½
Prezzo medio: 18 €
Viale S. Nilo 103, Grottaferrata (Rm)
Giorno di chiusura: martedì
Tel: 069411713
Cell: 3384665143


Siamo di nuovo ai castelli, stavolta a Grottaferrata. La pizzeria Al Vecchio bivio si raggiunge dalla via Anagnina, svoltando a destra su Via di S.Nilo poco prima del bivio per Grottaferrata. Nelle vicinanze si trova per l’appunto l’abbazia omonima, fondata nel 1004 da monaci italo-bizantini, giunti sui colli Tuscolani sotto la guida del vegliardo abate Nilo, in seguito divenuto santo, desideroso di trovare un luogo per fondare un monastero “ove adunare i suoi figli dispersi”: l'abbazia ospita una delle biblioteche più fornite al mondo di testi in greco antico e latino, con migliaia di volumi di valore inestimabile e merita senz’altro una visita.
Ma passiamo a parlare di quest’ottima pizzeria sottolineando innanzitutto la cortese e calorosa accoglienza che abbiamo ricevuto, nonché il successivo servizio, che si è rilevato sempre attento, seppur nella sua informalità. L’interno, non grandissimo, è caratterizzato da un rustico “effetto grotta” composto da volte ed archi in cotto di mattoncini rossi e pareti color crema (da notare l’abbinamento con le tovaglie, pressoché perfetto) e cucina a vista per mezzo di una piccola finestrella, soluzione intelligente che, pur non cozzando con l’arredamento della sala, permette di sbirciare laddove generalmente non si può.
La buona impressione ricevuta all’accoglienza è stata poi abbondantemente confermata anche dalla cucina. Abbiamo cominciato con dei fragranti crostini con cotto e mozzarella e crema di carciofi; a seguire vastissima scelta di pizze (una quarantina), eseguite in maniera del tutto particolare, fine, scrocchiarelle e leggerissime: la speciale fattezza della pasta fa sì che, una volta tagliati, i tranci non si affloscino ma rimangano sempre ben consistenti: noi abbiamo provato la “romana”, con porcini, pancetta, fiori di zucca e mozzarella, gustosissima, e la “patate”, tagliate a sfoglie sottili, con mozzarella e rosmarino, più delicata ma sempre sfiziosa. Da provare anche la stuzzicante “matriciana”.
Per dolce troviamo ancora la specialità della casa, ovvero pizza (anche in misura small), in quattro gustose varianti: la nostra scelta è caduta su quella con crema chantilly, millefoglie, meringhe e fragole, buona ma un po’ troppo dolciastra, e una con ricotta calda e scaglie di cioccolato, voluttuosamente deliziosa.
Per finire caffè di giusta estrazione ma leggermente acquoso e una buona grappa del Monferrato, servita fresca ma non fredda, offerta dalla casa.
All’interno del vastissimo e dispersivo panorama gastronomico offerto dai castelli romani, un indirizzo fortemente consigliato dove poter gustare una buona pizza, leggera e molto particolare, in un ambiente rustico e confortevole.


C.P. (30/11/2007)