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sabato 29 marzo 2008

La Coccinella


Voto: 5
Prezzo medio: 25 €
Via di Valle Melaina 54b, Roma (zona Montesacro)
Giorno di chiusura: lunedi (da dicembre a marzo)
Tel: 068180753


Riteniamo che l’accoglienza in un locale sia senza dubbio emblematica del trattamento a cui si andrà incontro e anche quest’esperienza rientra a buon diritto in tale canone. Nonostante circa la metà dei tavoli fosse libera, ci viene detto dalla proprietaria, saldamente ancorata alla cassa per tutta la sera, che ci verrà preparato un tavolo, dimenticandosi (?) però di farlo presente al cameriere: scivolano intanto via i minuti, e anche una certa dose della nostra pazienza. Sarebbe interessante sapere per quanto tempo ci avrebbero tenuti in quel fastidioso limbo, se il sottoscritto non avesse forzato l’”impegnativa” procedura, prendendo posto ad un tavolo pronto già al momento del nostro arrivo: se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera…
L’interno del locale è discretamente grande ed accogliente, con soffitto a piccole volte di mattoncini rossi e pareti color giallo. Il servizio, che avrebbe dovuto per altro far ammenda delle imperdonabili mancanze di preparazioni e materie prime (ma che così non è stato) è affidato al proprietario, nel quale non abbiamo trovato la benché minima traccia di cortesia e affabilità, e ad un giovane e simpatico cameriere, visibilmente a disagio nel dover rendere conto delle manchevolezze di cui sopra (cosa che invece non ha minimamente sfiorato chi di dovere...).
Cominciamo la cena con un ordinario antipasto di fritti misti, con le mozzarelline e i fiori di zucca assenti ingiustificati, e un tris di bruschette (bianca, olive e salmone) che invece si sono rivelate gustose e ben condite. Avremmo quindi voluto proseguire con un filetto alla griglia, ma ciò non era naturalmente possibile (…), siamo così stati costretti a dirottare la nostra scelta sulla bistecca: grassa, dura, troppo al sangue e di cattivo taglio, probabilmente , a mia memoria, una delle peggiori mai mangiate.
Fortunatamente sulla pizza si risale di un po’ quella che è però ormai una china troppo ripida: la pasta è ben cotta, fina e leggera, ma contribuisce solo in minima parte a confortare il nostro umore, a questo punto già irrimediabilmente compromesso. Non ci stupiamo affatto quindi che le patate al forno non siano disponibili, e ripieghiamo su una buona cicoria ripassata.
Neanche il vino della casa ci ha soddisfatto, mentre delle poche altre etichette visibili alle pareti non si trova traccia alcuna nel menù, né tantomeno nelle (poche) parole dell’”amabile” proprietario.
I dolci non fanno altro che confermare il livello mediamente basso della cucina: sia il tiramisù che la panna cotta sembrano solo lontani parenti degli omonimi originali, dato che in bocca se ne perde quasi subito il gusto.
Caffè da dimenticare, sottoestratto, acquoso e senza crema, e mediocre grappa secca portataci in luogo della Nardini ordinata: conclusione perfettamente in linea con il resto della cena.
Che dire, se entrambi gli aspetti che noi riteniamo le colonne portanti di un pasto, ovvero la cucina e il trattamento che si riserva al cliente, presentano tali pecche, è davvero difficile non bollare quest’esperienza come assolutamente infausta…

C.P (14/3/2008)