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domenica 6 gennaio 2008

Wine Bar Il Piacere Divino


Voto: 7
Prezzo medio: 32 €
Via G. Lunati 16, Frascati (Rm)
Giorno di chiusura: martedì
Tel: 0694010096- Cell: 3939392434

Siamo di nuovo nella nostra cara Frascati, in una vineria situata a pochi passi dalla storica Piazza Roma. Il locale è composto da un unico ambiente ricavato probabilmente da un’antica cantina di cui si può ancora osservare il soffitto a grotta. A quest’ unico elemento di antichità fa da contrappunto un arredamento moderno e ricercato: tavolini in vetro e avvolgenti poltroncine di plastica rosse, due retro-proiettori che scendono dal soffitto e diversi faretti puntati sulle numerose bottiglie di vino alloggiate alle pareti che favoriscono un ambiente piacevolmente disteso e intimo.
Diciamo subito che non è esattamente il locale ideale per consumare un pasto completo, data la scarsità dell’offerta in tal senso ma, per un dopo cena, potrete trovare numerosi sfizi da togliervi. Ci ha comunque positivamente colpito la passione della proprietaria che, si è prodigata per erudirci (talvolta nostro malgrado!) sulle seppur limitate preparazioni della cucina.
Abbiamo iniziato con due crostini, il primo con una deliziosa crema tartufata ai funghi porcini e l’altro con crema di olive nere e melanzane (di cui ci è però sfuggito il sapore, completamente coperto da quello delle olive). Assai graditi, anche perché non richiesti, gli assaggini con patè di pomodori secchi siciliani, davvero squisiti e dal sapore molto deciso.
La scelta è quindi forzatamente caduta sull’unico primo piatto previsto dall’offerta, ovvero i paccheri di Gragnano trafilati al bronzo (antico pastificio Setaro di Torre Annunziata) proposti nelle due varianti con fonduta di robiola ai tre latti, delicati e leggermente amarognoli e con tenero e saporito ragout di lepre; unica pecca (soprattutto in relazione al prezzo): l’esiguità delle porzioni. Da notare il parmigiano prontamente grattuggiato all’istante della nostra richiesta.
Per placare le fameliche fauci abbiamo quindi dovuto proseguire con il secondo e ultimo piatto presente in menù, ovvero il tagliere misto di salumi e formaggi (possibile anche la scelta solo degli uni o degli altri). Di ottima qualità tutte le proposte, molte delle quali dall’ambito riconoscimento a Denominazione di Origine Protetta (DOP): molto buona la Sola piemontese (lavorata a latte crudo) e il Bra (dall’omonima cittadina situata nella piana cuneese), delizioso il (lombardo) Salva Cremasco, dal sapore molto forte e deciso il Blu del Moncenisio (ancora Piemonte), un erborinato simile al gorgonzola ma appena più dolce. Passando ai salumi si aggiudicano ex aequo il primo posto il lombino parmense e il prosciutto di maiale nero calabrese, davvero superbi; staccati di una sola posizione ma pur molto gustosi la salamella dello stesso maiale calabrese e la salsiccetta di Norcia.
Dalla mediamente fornita carta dei vini abbiamo scelto un Verdicchio di Matelica DOC Terre di Valbona (Cantine Belisario) dal colore giallo paglierino e di buon corpo, dal gusto fresco, intenso e piacevole: il prezzo ci è sembrato un tantino eccessivo, quasi tre volte quello in enoteca.
Un po’ troppo tendenti al rialzo anche i prezzi al calice e quelli richiesti per grappe e distillati.
Dobbiamo infine fare un appunto al servizio che, se ad onor del vero si è rivelato per lo più cortese e premuroso, è però incappato in una maldestra sbavatura: sentirsi dire, in un’ enoteca, se si desidera o meno l’assaggio del vino, non suona propriamente professionale…
Insomma l’impressione è quella di un buon locale in cui troverete senza dubbio qualità e ricercatezza, sia nelle materie prime utilizzate che nel “gusto” del locale: è giusto che tali requisiti si paghino, ma spesso la misura del pagamento oltrepassa l’ormai labile soglia dell’ equo...

C.P (5/1/2008)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La recensione relativa all'enoteca "Il Piacere Divino" di Frascati appare dettagliata nella sua descrizione di pietanze, di lettura piacevole e per niente uggiosa! Buona la punteggiatura, la scelta delle espressioni più congeniali, ma, seppure molto curata, stilisticamente parlando, rivela, ahimè, una conoscenza non certo impeccabile della grammatica italiana. Nonostante la recensione in questione abbia la capacità di indurre il lettore a reificare quanto esposto dal curatore quasi a toccare gli oggetti e ad assaporare le pietanze citate, non si può di certo non notare due obbrobri che farebbero rigirare nella tomba il grande padre della lingua italiana: "un'arredamento" e "un'unica altra preparazione". Se nel primo caso si apostrofa un articolo che già di per sè è forma apostrofata, nel secondo caso, invece, si usano due aggettivi che si annullano reciprocamente (o è l'unica o è altra).
In definitiva, una buona recensione adatta, se il curatore fosse più attento (vorrei sperare che si tratti di disattenzione e non di ignoranza :)), ad un pubblico di élite.

cencio ha detto...

Mio caro Ambrogio,
ti ringrazio per aver notato e corretto le mie sviste...seppur non certissimo del fatto che la seconda in oggetto propriamente scorrettezza linguistica fosse, ma solamente forma lessicologicamente un pò ardita, ho tuttavia provveduto a cambiarla in favore di una forma piu appropriata e scorrevole...
A presto su queste pagine!