Voto: 6½
Prezzo medio: 33 €
Via Carlo Felice 29, Roma (zona S. Giovanni)
Giorno di chiusura: lunedi a pranzo
Tel: 067001821 - Cell: 3387257826
Web: www.ristorantesushitei.com
Prezzo medio: 33 €
Via Carlo Felice 29, Roma (zona S. Giovanni)
Giorno di chiusura: lunedi a pranzo
Tel: 067001821 - Cell: 3387257826
Web: www.ristorantesushitei.com
Ed eccomi qui a recensire il mio primo ristorante giapponese: non avendo termini di paragone dovrò limitarmi a fornire delle impressioni “di primo pelo”, riproponendomi però di colmare al più presto le mie manchevoli lacune al riguardo.
La location è senza dubbio più suggestiva e accattivante di quelle generalmente proposte dai “cugini” cinesi: nel locale coesistono due zone rispettivamente con classici tavolini all’occidentale e con tipici tavolini bassi (zataku), più scomodi ma decisamente piu caratteristici (per il mio svezzamento ho però optato per la comodità), luci piacevolmente soffuse dai lampadari che scendono dal soffitto fin quasi sui tavolini e mise en place curata e attenta ai particolari, i tovaglioli caldi ed umidi per pulirsi le mani (oshibori) andrebbero brevettati anche nei ristoranti nostrani.
Dalla piuttosto ridotta carta dei vini abbiamo scelto un frascati superiore di cui ci è stato offerto l’assaggio (ci è stata versata perfino l’acqua) che ne ha svelato una temperatura non propriamente ottimale: inconveniente prontamente riparato con un cestello del ghiaccio gentilmente fornito su richiesta.
Tralasciando gli insapori fagiolini di benvenuto (edamame), dirigiamoci verso le portate principali: d’accordo, rimanere ancorati alla consecutio temporum delle portate occidentali è sbagliato, però credo che la successione con cui vengono ordinati i piatti dovrebbe dare una chiara indicazione al cameriere di cosa portare prima e cosa dopo…cercherò tuttavia di svincolarmi da qualsiasi idea che possa essere tacciata come preconcetta! Vediamo quindi arrivare nell’ordine al nostro tavolo: una porzione di riso, il sushi e (un po’ troppo) successivamente la seconda porzione di riso.
Di seguito la cronaca delle impressioni registrate dal mio palato non avvezzo a simil desco: il riso - servito con apposito cucchiaio, a tavola ci sono solo le bacchette (hashi) - con gamberi, verdure saltate e uovo era buono ma un po’ sciapino, mentre il riso con salmone alla griglia e salsa era davvero ottimo e saporito. Abbiamo quindi provato i classici assaggi di sushi, nell’ordine: totalmente insapori il calamaro e lo sgombro, discreto il tonno e il salmone, buono il polpo con alghe e gradino più alto del podio ottenuto a pinne basse dall’orata, dal deciso sapore di pescato fresco. Al termine abbiamo infine provato lo shake maki, 4 mini polpettine di riso e salmone chiuse da un alga, nulla più che un riadattamento visivo del sushi preso in precedenza.
Caffè acquoso e sovraestratto ma dal buon aroma e servizio discretamente cortese completano il quadro di un esperienza sufficientemente positiva per un neofita a cui non resta che perfezionare le proprie conoscenze in materia.
La location è senza dubbio più suggestiva e accattivante di quelle generalmente proposte dai “cugini” cinesi: nel locale coesistono due zone rispettivamente con classici tavolini all’occidentale e con tipici tavolini bassi (zataku), più scomodi ma decisamente piu caratteristici (per il mio svezzamento ho però optato per la comodità), luci piacevolmente soffuse dai lampadari che scendono dal soffitto fin quasi sui tavolini e mise en place curata e attenta ai particolari, i tovaglioli caldi ed umidi per pulirsi le mani (oshibori) andrebbero brevettati anche nei ristoranti nostrani.
Dalla piuttosto ridotta carta dei vini abbiamo scelto un frascati superiore di cui ci è stato offerto l’assaggio (ci è stata versata perfino l’acqua) che ne ha svelato una temperatura non propriamente ottimale: inconveniente prontamente riparato con un cestello del ghiaccio gentilmente fornito su richiesta.
Tralasciando gli insapori fagiolini di benvenuto (edamame), dirigiamoci verso le portate principali: d’accordo, rimanere ancorati alla consecutio temporum delle portate occidentali è sbagliato, però credo che la successione con cui vengono ordinati i piatti dovrebbe dare una chiara indicazione al cameriere di cosa portare prima e cosa dopo…cercherò tuttavia di svincolarmi da qualsiasi idea che possa essere tacciata come preconcetta! Vediamo quindi arrivare nell’ordine al nostro tavolo: una porzione di riso, il sushi e (un po’ troppo) successivamente la seconda porzione di riso.
Di seguito la cronaca delle impressioni registrate dal mio palato non avvezzo a simil desco: il riso - servito con apposito cucchiaio, a tavola ci sono solo le bacchette (hashi) - con gamberi, verdure saltate e uovo era buono ma un po’ sciapino, mentre il riso con salmone alla griglia e salsa era davvero ottimo e saporito. Abbiamo quindi provato i classici assaggi di sushi, nell’ordine: totalmente insapori il calamaro e lo sgombro, discreto il tonno e il salmone, buono il polpo con alghe e gradino più alto del podio ottenuto a pinne basse dall’orata, dal deciso sapore di pescato fresco. Al termine abbiamo infine provato lo shake maki, 4 mini polpettine di riso e salmone chiuse da un alga, nulla più che un riadattamento visivo del sushi preso in precedenza.
Caffè acquoso e sovraestratto ma dal buon aroma e servizio discretamente cortese completano il quadro di un esperienza sufficientemente positiva per un neofita a cui non resta che perfezionare le proprie conoscenze in materia.
C. P. (1/9/2010)